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La città si protende dalla costa occidentale del Golfo verso la Pianura Campana. La mappa consente di notare le "diverse Napoli" succedutesi in 2500 anni di storia: il primitivo nucleo greco; la città greco-romana; quella medievale; la città sveva e poi aragonese; infine quella del XIX e XX secolo che giunge ai confini dei Campi Flegrei. Napoli è città di contrasti, talvolta di paradossi: quartieri medievali che conservano il rituale dei mercati dell'epoca, altri che si differenziano già a partire dal confine che li delimita. Fino ad appena qualche anno fa perfino i caratteri antropologici consentivano di stabilire la zona di origine o addirittura di abitazione delle persone. Un elemento spicca su tutti: la dolcezza del clima.
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Per una città con fondamenta del VII secolo a. C. e con ininterrotta continuità urbanistica, è arduo tracciarne la storia: occorrerebbe tener conto della "Necropoli preistorica di Materdei" (III millennio a. C.) e di un insediamento del IX sec. a. C. Le più antiche fonti citano Partenope e Neapolis greco-cumane, affiancate da una città nuova nel V sec. a. C., Partenope divenne Palepolis (città vecchia) per non confonderla con quella "nuova" (Neapolis). Non è chiaro se si trattasse di nuclei attigui o "quartieri" d'un unico nucleo. Alla fine del IV sec. a. C. la città diviene federata da Roma e da quel momento non si parla più di Palepoli e Partenope. Il ruolo svolto durante il periodo romano le consentì di non essere del tutto "romanizzata" e conservare idioma e parte dei caratteri greci, riscontrabili ancora oggi nella lingua napoletana.
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Napoli fu conquistata da Odoacre, poi dai Goti, da Belisario, da Totila; si trasformò in bizantina, resistette ai Longobardi e divenne autonoma come Ducato fino all'XI secolo. Dai Normanni passò agli Svevi di Federico II conoscendo un periodo di forte sviluppo. Agli Svevi succedettero gli Angioini fino all'avvento di Alfonso d'Aragona nel 1442. Divenne Viceregno con Consalvo de Cordoba il 14 maggio del 1503 e fino all'entrata di Carlo di Borbone (10 maggio 1734). Il 21 ottobre del 1860 si unì al regno d'Italia. Il suo tessuto urbano è una sorta di libro; un'antologia storica che si svolge pagina dopo pagina, edificio dopo edificio, e che, per la maggior parte, è stata dichiarata dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanità".
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Un indicatore storico-sociale dell'evoluzione di Napoli nei secoli è l'andamento demografico: in epoca greca gli abitanti erano circa 30.000; non superarono i 40.000 fino al XIII secolo per raggiungere i 60.000 in epoca angioina e i 110.000 alla fine del Medio Evo. Nel 1547, al primo vero censimento, si registravano "212.106 anime", mentre nel 1630 c'erano "44.000 fuochi" (circa 300.000 abitanti). Dopo la peste del 1656 la popolazione si ridusse a 160.000 persone, per risalire a 270.000 con Carlo di Borbone ed a 442.000 nel 1798. Al censimento del 1861 c'erano 447.065 abitanti, saliti a 760.220 dopo 60 anni ed a circa 900.000 alla fine della Seconda Guerra Mondiale e 1.061.365 ad oggi. Tra il 1700 e il 1800, Napoli risultava tra le Capitali europee più popolate.
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La città antica, seguita a quella greca, occupava l'area compresa tra le attuali vie Foria, Costantinopoli, San Sebastiano, Santa Chiara, Umberto I, Pietro Colletta e Castel Capuano, dove tuttora sono vissuti i tre "decumani" e i "cardini". Un significativo ampliamento si ha con Ruggiero il Normanno (sec. X), seguito, nel XIII sec. da quello angioino che porta la città fino all'attuale piazza Municipio col Castel Nuovo (maschio Angioino). Con gli Aragonesi lo sviluppo si estende fino alla zona orientale e all'attuale Via Toledo, verso occidente. Nuovo ampliamento coi Borbone: la città raggiunge e supera Piazza Carlo III, sorge la Villa Comunale; le colline di Sant'Elmo, di Capodichino e di Capodimonte si coprono di palazzi.
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E' di questo periodo la costruzione di quella che è un'autentica "tangenziale" antesignana: Corso Maria Teresa d'Austria (oggi Vittorio Emanuele), protetto da speciali "rescritti" per salvaguardarne - con anticipazione d'oltre un secolo sull'urbanistica moderna - il panorama dalle nuove costruzioni. Tra la fine del Regno dei Borbone e l'inizio di quello dei Savoia Napoli si sviluppa in tutte le direzioni: verso le colline, verso oriente e occidente: dall'antico Ponte della Maddalena (dove una targa ancora ricorda la cinta dei gabellieri) a Mergellina, nuovi edifici e nuove strade ampliano l'area comunale, mentre dalle colline l'urbanizzazione comincia a discendere verso i Campi Flegrei e l'Area Nolana.
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I monumenti di Napoli sono un patrimonio formatosi a partire dal VII sec. a. C. fino a quelli più vicini a noi: oltre 2500 anni stratificatisi dal sottosuolo e per livelli successivi, come si può desumere dalla zona archeologica di San Lorenzo (sotto il piano della strada) e dalla chiesa gotica di Santa Maria dell'Incoronata del XVI sec. (ad un livello inferiore a quello stradale). Il patrimoni artistico e monumentale di Napoli comprende 12 musei, 4 grandi Pinacoteche, l'Acquario, l'Orto botanico, 4 Castelli, 5 Porte, 2 Palazzi Reali, 6 Parchi, 8 Teatri, numerose fontane e piazze, 7 Biblioteche, un numero imponente di strade ed edifici. Vanno poi considerate le chiese (circa 200), la maggior parte delle quali costituisce un capitolo di architettura, di storia e di galleria d'arte (talvolta si tratta di edifici ricavati da templi pagani), e le Catacombe.
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Un discorso particolare va fatto per il Centro Antico, museo a cielo aperto per l'Archeologia (le Mura Greche e quelle Romane, gli Scavi di s. Lorenzo e quelli del Duomo, i Cardini ed i Decumani, l'Anticaglia, le strutture del Carminiello ai Mannesi, la Statua del Dio Nilo; ma anche edifici tuttora abitati che conservano tuttora elementi greco-romani in lateritium, oppure colonne e decorazioni). Nel Centro Antico, segnato dal solco profondo di Spaccanapoli che lo divide in due, si trovano inoltre i più bei Palazzi Nobiliari, esempi unici di architettura rinascimentale; i grandiosi Chiostri; numerose strutture medioevali (come il Mercato coperto in Via Tribunali).
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Il Centro Antico ha una suggestiva importanza perché vi si sono stratificate e sovrapposte tutte le epoche storiche: i domini bizantino, gotico, longobardo, normanno, angioino, svevo, spagnolo, austriaco, francese e borbonico. Qui sono nate la tradizione dolciaria di conventi e monasteri, e quella delle botteghe artigianali, la più tipica e famosa delle quali è la produzione presepiale concentrata a S. Gregorio Armeno. La visita del Centro Antico è un escorso storico vibrante di vita che parte dall'impianto archeologico per attraversare 25 secoli e concludersi al presente, tra emozioni, suggestioni, incanti, scoperte improvvise ed inattese.
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Il discorso d'arte, monumenti e archeologia deve comprendere anche alcune Ville Romane e ruderi che si trovano principalmente sulla collina di Posillipo, Palazzo Donn'Anna e le splendide Ville Barocche, le vaste cavità del sottosuolo (cave di tufo d'epoca certamente romana); la Crypta beapolitana, dove si trova la Tomba di Virgilio; e molti elementi urbanistici di Pizzofalcone, che rappresentano la continuità dell'antica Acropoli greca. Ciò non significa, però, che la monumentalità, l'architettura e le testimonianze d'arte non abbiano altrove una propria consistente presenza. Sono degne di menzione e visita le zone di Piazza Mercato, di via Medina e Piazza Municipio, di Piazza Plebiscito e di Santa Lucia, di Pizzofalcone, Mergellina e Posillipo, del Vomero, dei Camaldoli, di Capodimonte.
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Qui palazzi, chiese, musei, centri di cultura, castelli, splendide ville, fontane, piazze, edifici meravigliosi si susseguono e propongono il meglio di un panorama artistico con rari uguali al mondo. Tanta ricchezza consiglia di assumere le necessarie informazioni presso gli uffici turistici presenti in diverse zone della città. Napoli, in definitiva, è un immenso scrigno che si estende dall'arenile di Cordoglio, ad ovest, a quello di San Giovanni, ad est, per scavalcare le colline e raggiungere il limite meridionale della Pianura Campana: tocca al visitatore scoprirlo strada per strada, monumento per monumento.
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Visitare Napoli significa anche e soprattutto "viverla", e ciò non si realizza del tutto se non si viene a contatto col suo "colore", che, si badi, non è decadenza di costumi, né degenerazione metropolitana della propria cultura. E' invece il protrarsi incorrotto nei secoli delle tradizioni. L'arte orafa; l'artigianato dei liutai e dei maestri che danno vita a capolavori in ferro battuto o in legno; la genialità dei pastorai, capaci di trarre dall'argilla vita e forma di figure e costumi dei secoli passati; i capolavori dei ceramisti di Capodimonte, ne sono più i più classici esempi. E' nel clima del "colore" napoletano che trovarono ispirazione artisti come Sammartino, musicisti come Mozart. Sono soltanto alcuni esempi, ma sufficienti a comprendere le radici della cultura e dell'artigianato napoletano.
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Ancora prima dei visitatori del Grand Tour, furono gli antichi Greci e Romani a scoprire le bellezze naturali di Napoli: il suo mare, le sue colline, il suo clima mite, gli scorci panoramici di struggente bellezza. Nei toponimi ne è conservata la memoria: Mergellina per Mar ialinum (mare trasparente), Posillipo per Pausis lypè (cessazione del dolore), Chiatamone per Platamon (litorale pianeggiante), e certamente la visita alla città lascia sempre il ricordo dolcissimo di un'alba vista dalla collina di San Martino, di un rosso tramonto che vivifica Castel dell'Ovo, della luce intensa che nelle ore diurne accende di riflessi argentei il mare di via Caracciolo. Perfino nelle ore notturne Napoli ha una bellezza non artificiale, che va oltre i fili di perle dell'illuminazione e lascia scoprire angoli meravigliosi e inaspettati; attimi improvvisi di splendore naturale e i volti insospettati d'una bellezza antica mai sfiorita.
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Palazzo Doria D'Angri
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Palazzo Mulada
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municipio
081 7951111 numero verde 800 019339 |
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vigili urbani
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pronto soccorso (servizio 24h)
081 7528282
081 7520696 081 7520850 |
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pronto soccorso ambulanze servizio diurno e notturno
081 7528282 081 7520696 081 7520850 |
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pronto soccorso psichiatrico
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pronto soccorso ostetrico (ospedale Cardarelli)
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centro antiveleni (ospedale Cardarelli)
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polizia (questura centrale)
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polizia stradale
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servizio auto rubate
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farmacie (fornisce indirizzo e telefono di tre farmacie aperte vicino al telefono da cui si chiama)
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capitaneria di porto
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acquedotto
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Guardia Medica notturna e festiva. Il servizio dell’Azienda sanitaria locale (Asl) Napoli 1 funziona dalle ore 20 alle 8 dei giorni feriali; il sabato e negli altri giorni prefestivi entra in attività alle ore 10 e prosegue fino alle 8 del nuovo giorno feriale. |
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Quartieri di Chiaia, Posillipo e San Ferdinando
Palazzo San Michele Napoli
Palazzo Turchini Napoli
Piazza Bovio 22 Napoli
Pizzasleep B&B Napoli
Primo Piano Posillipo
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Hotel Ramada Napoli
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Quartieri di Avvocata, Mercato, Montecalvario, Pendino, e San Giuseppe Porto
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Quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta
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Quartieri di Pianura e Soccavo
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Quartieri di Arenella e Vomero
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Quartieri di Chiaiano, Marianella, Piscinola e Scampia
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Quartieri di San Carlo Arena e Stella
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Quartieri di Miano, San Pietro a Patierno e Secondigliano
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Quartieri di Barra, Ponticelli e San Gio-vanni a Teduccio
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Quartieri di Poggioreale, San Lorenzo e Vicaria
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P.R.A. Piazzale Tecchio, 49/b
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Motorizzazione Civile Via Argine, 442
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Pronto soccorso animali |
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Clinica veterinaria Cavour Vico Forino, 27/B
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Clinica Veterinaria Cilea Via Mario Costa, 2
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Dip. Scienze Cliniche Veterinarie Istituto Patologie Speciali Via Veterinaria, 1
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Ente Nazionale Protezione Animali Via Nuovo Tempio, 31
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Numeri di emergenza e pubblica utilità |
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soccorso pubblico di emergenza
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carabinieri
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emergenza sanitaria
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vigili del fuoco
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soccorso in mare
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guardia di finanza
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servizio antincendi boschivo
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CCISS viaggiare informati
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ACI soccorso stradale
116 06 4477 centro assistenza telefonica |
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GAS Segnalazione guasti
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elettricità
081 5970111 Informazioni 800.900.108 segnalazione guasti |
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VISITE GUIDATE - COMUNE DI NAPOLI |
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sito web:www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3288
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CALENDARI E ITINERARI DI VISITE GUIDATE
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Museo ARCA |
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PUT_IN_ART |
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> chiostri dei girolamini |
e-mail:infoculturafelix.it telefono: 333 4338049
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Ogni giovedì dal 6 giugno all'11 luglio 2013, ore 20.00
La rassegna, prevede visite guidate o teatralizzate, curate dalla cooperativa di storici dell'arte Cultura Felix con l'associazione Artefia, o in abbinamento con eventi musicali. V
L'iniziativa servirà a finanziare il restauro del dipinto seicentesco di Francesco de Maria "Puttini spargifiori".
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Capolavori da riscoprire in città: conversazioni con i curatori |
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sito web:www.polomusealenapoli.beniculturali.it/DB_Mostre/DBMostre_Alleg/13%20EV%20Capolavori_Riscoprire.pdf
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Iniziato sabato 26 gennaio, con la chiesa di Sant’Aspreno al porto - una delle chiese più antiche di Napoli, oggi sotterranea ma in origine fuori terra - un nuovo ciclo di incontri che ogni mese condurrà alla scoperta dei capolavori ‘nascosti’ nella città, la visita sarà condotta dal curatore della chiesa Angela Cerasuolo. Dodici itinerari, l’ultimo sabato di ogni mese, durante i quali saranno visitate sorprendenti e incredibili piccole chiese medievali oggi inglobate in palazzi pubblici, chiese perfettamente restaurate ma chiuse al pubblico per mancanza di personale laico e religioso, arciconfraternite vandalizzate.
Hotel Confalone Napoli
Residenza Flegrea
Residenza Matilde Napoli
Hotel Royal Continental Napoli
Hotel San Marco Napoli
Skyhouse Chiaia
Skyhouse Chiatamone
L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che la tutela, la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città di Napoli sono possibili solo attraverso la conoscenza del patrimonio edilizio monumentale della città, in consonanza con lo spirito innovativo che anima la Curia di Napoli.
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Il Miglio Sacro |
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e-mail:info@catacombedinapoli.i sito web:www.catacombedinapoli.it telefono: 081 7443714
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Visita guidata al Rione Sanità: Basilica dell'Incoronata, Basilica di San Gennaro dei Poveri, Cimitero delle Fontanelle, Catacombe di San Gaudioso, Basilica San Severo, Palazzo S. Felice, Palazzo dello Spagnolo, Porta S. Gennaro, Museo Diocesano, Battistero di San Giovanni in Fonte, Cappella del Tesoro di San Gennaro
Smart Hotel Napoli
Soggiorno Paradiso Napoli
Suite 52
Suite Dei Catalani
Hotel Suite Ares Napoli
Sweet Sleep Napoli
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InsolitaGuida |
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e-mail:info@insolitaguida.it sito web:www.insolitaguida.it telefono: 081 19319138 - 3389652288
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L'associazione culturale Insolitaguida promuove la cultura napoletana attraverso un'ampia varietà di attività culturali e didattiche: Visite guidate, passeggiate narrate, cene spettacolo, gite fuori porta, laboratori di archeologia sperimentale ( per scuole di ogni ordine e grado), laboratori di arte presepiale, nonchè le nuovissime passeggiate recitate*. La peculiarità sono le "passeggiate narrate"*, un qualcosa di diverso e molto più coinvolgente di una visita guidata che permette di conoscere o scoprire, in modo coinvolgente, aspetti di Napoli molto particolari e conosciuti da pochi!
Terrazza Partenopea
The Andy House B&B
The Bellini House
The Boutique Napoli Suite
Dante House Napoli
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Toledo Lifestyle
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NarteA - associazione culturale |
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e-mail:info@nartea.com sito web:www.nartea.com telefono: 339 7020849 - 334 6227785
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Itinerari teatralizzati, cene teatralizzate, eventi culturali, progetti didattici
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Associazione A.N.T.A.RE.C.S. |
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e-mail:info@antarecs.org sito web:www.antarecs.org telefono: 081 291654 - 340 5365852
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visite guidate, percorsi didattici, VISITE GUIDATE E TOURS IN BARCA A VELA, GIUGNO 2013 |
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Proverbi napoletani |
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A 'casa d''o ferràro 'o spito 'e lignàmme. Quando manca una qualche cosa proprio dove dovrebbe invece esserci.
A' altare sgarrupàto nun s'appicciano cannèle. Alle donne ormai anziane non si fanno moine.
A' bella 'e ciglie, tutte 'a vonno e niscuiuno s''a piglia. Le ragazze molto belle sono corteggiate da tutti ma nessuno pensa di sposarle nella tema che, data la loro avvenenza, possano aver avuto in passato delle precedenti esperienze o possano ... averle in futuro.
'A bona mercanzia trova prièsto a ghjì pe' 'n'àutria via. Tutte le cose belle e buone trovano sempre chi le desidera e le prende.
A buono cavallo nun le manca sella. Nessuno si lascia scappare una favorevole occasione oppure un ottimo affare.
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A buono 'ntennitòrepoche parole. Chi vuole comprendere intende anche con un semplice cenno od accenno, con una mezza parola, etc.
'A capa 'e sotta fa perdere 'a capa 'e còppa. Il sesso può far perdere la testa.
'A casa cu' ddòje porte 'o diàvulo s''a porta! Perchè offre maggiori chances alle tresche amorose di ciascun coniuge.
'A casa d''o jucatore nun c'è àutro che dolore. Perché in genere il vizio del gioco prima o poi porta alla miseria.
A cavallo rialàto nun se guarda 'mmòcca. Qualsiasi regalo, anche se modesto, ha sempre un intrinseco valore e quindi deve essere sempre bene accetto ed apprezzato.
Accìde cchiù 'a lengua ca 'a spata. Sono più terribili le maledicenze che le armi.
A chiàgnere 'nu muorto so' làcreme pèrze. Chi è morto è morto e le lagrime sono prmai inutili.
'A chi nun tene figlie nun ghì né pe' denare né pe' cunziglie. Perché chi non ha figli non è in grado di conoscere o capire i problemi e le necessità altrui.
A chi pazzèa cu' 'o ciuccio nun le mancano càuce. Chi bazzica in un brutto ambiente deve sopportare le conseguenze.
A chi troppo s'acàla 'o culo se vede. Chi si umilia in maniera eccessiva fa chiaramente comprendere agli altri la sua mancanza di carattere e, quindi, la sua nullità.
'A cicala canta, canta e po' schiàtta. I tipi superficiali se la spassano continuamente e poi fanno una brutta fine.
'A collera è fatta a cuòppo e chi s''a piglia se schiatta 'ncuòrpo. Irritarsi finisce a tutto danno di colui che si arrabbia.
'A cunfidenza è 'a mamma d''a mala criànza. La troppa confidenza porta, alle volte, alla scostumanza.
Addò c'è gusto nun c'è perdenza. Se una cosa è fatta con piacere non importa se per realizzarla od averla occorre fare dei sacrifici o spendere dei soldi.
Addò 'nce stanno fèmmene, 'nce stanno appìecceche e chiacchiere. Perchè tale è la loro peculiarità.
Addò vàje truòve guàje. Purtroppo il mondo è afflitto da mille e mille guai ed ognuno di noi ha i suoi.
A dicere so' tutte capace; 'o defficile è a ffà. Fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
'A famma fa ascì 'o lupo da 'u bosco. Il bisogno può indurre gli uomini anche a compiere cattive azioni.
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canzoni napoletane |
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> FENESTA CA LUCIVE > FUNICULI' - FUNICULA > 'O SOLE MIO > I' TE VURRIA VASA' > TORNA A SURRIENTO > NINI' TIRABUSCIO' > 'O SURDATO NNAMMURATO > 'O PAESE D''O SOLE > DICITENCELLO VUJE > SCALINATELLA > LUNA ROSSA > MALAFEMMENA > GUAGLIONE > RESTA CU ME!
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FENESTA CA LUCIVE - Anonimo |
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Fenesta ca lucive e mo nun luce... sign'è ca nénna mia stace malata... S'affaccia la surella e mme lu dice: Nennélla toja è morta e s'è atterrata...
Chiagneva sempe ca durmeva sola, mo dorme co' li muorte accompagnata...
II
Va' dint''a cchiesa, e scuopre lu tavuto: vide nennélla toja comm'è tornata... Da chella vocca ca n'ascéano sciure, mo n'esceno li vierme...Oh! che piatate!
Zi' parrocchiano mio, ábbece cura: na lampa sempe tienece allummata...
III
Addio fenesta, rèstate 'nzerrata ca nénna mia mo nun se pò affacciare... Io cchiù nun passarraggio pe' 'sta strata: vaco a lo camposanto a passíare!
'Nzino a lo juorno ca la morte 'ngrata, mme face nénna mia ire a trovare!... |
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FUNICULI' - FUNICULA' - Turco - Denza |
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Aisséra, Nanninè', mme ne sagliette, tu saje addó'... Tu saje addó'...
Addó', 'sto core 'ngrato, cchiù dispiette farme nun pò... Farme nun pò!
Addó' lo ffuoco coce, ma si fuje, te lassa stá... Te lassa stá.
E nun te corre appriesso e nun te struje sulo a guardá... Sulo a guardá...
Jammo, jammo, 'ncoppa jammo ja'... Jammo, jammo, 'ncoppa jammo ja'... Funiculí - funiculá, funiculí - funiculá... 'Ncoppa jammo ja', funiculí - funiculá....
II
Nèh jammo: da la terra a la montagna, no passo nc'è... No passo nc'è...
Se vede Francia, Pròceta, la Spagna... e io veco a te! E io veco a te...
Tiráte co li ffune, ditto 'nfatto, 'ncielo se va... 'Ncielo se va...
Se va comm'a lo viento e, a ll'intrasatto, gué saglie sá'... Gué saglie sá'...
Jammo, jammo, .........................
III
Se n'è sagliuta, oje né', se n'è sagliuta, la capa giá... La capa giá..
E' ghiuta, po' è tornata, po' è venuta... Sta sempe ccá... Sta sempe ccá...
La capa vota vota attuorno, attuorno, attuorno a te... Attuorno a te...
Lo core canta sempe no taluorno: Sposammo, oje né'... Sposammo, oje né'...
Jammo, jammo, ......................... |
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'O SOLE MIO - Capurro - Di Capua |
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Che bella cosa na jurnata 'e sole!... N'aria serena doppo a na tempesta... Pe' ll'aria fresca pare giá na festa... Che bella cosa na jurnata 'e sole!...
Ma n'atu sole cchiù bello, oje né', 'o sole mio, sta 'nfronte a te... 'O sole, 'o sole mio, sta 'nfronte a te... sta 'nfronte a te!
II
Lùceno 'e llastre d''a fenesta toja; na lavannara canta e se ne vanta... e pe' tramente torce, spanne e canta, lùceno 'e llastre d''a fenesta toja...
Ma n'atu sole .....................
III
Quanno fa notte e 'o sole se ne scenne, mme vène quase na malincunia... sott''a fenesta toja restarría, quanno fa notte e 'o sole se ne scenne...
Ma n'atu sole ......................
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I' TE VURRIA VASA' - V. Russo - Di Capua |
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Ah! Che bell'aria fresca... Ch'addore 'e malvarosa... E tu durmenno staje, 'ncopp'a sti ffronne 'e rosa!
'O sole, a poco a poco, pe' stu ciardino sponta... 'o viento passa e vasa stu ricciulillo 'nfronte!
I' te vurría vasá... I' te vurría vasá... ma 'o core nun mm''o ddice 'e te scetá... 'e te scetá!...
I' mme vurría addurmí... I' mme vurría addurmí... vicino ô sciato tujo, n'ora pur'i'... n'ora pur'i'!...
II
Tu duorme oje Rosa mia... e duorme a suonno chino, mentr'io guardo, 'ncantato, stu musso curallino...
E chesti ccarne fresche, e chesti ttrezze nere, mme mettono, 'int''o core, mille male penziere!
I' te vurría vasá... ............................
III
Sento stu core tujo ca sbatte comm'a ll'onne! Durmenno, angelo mio, chisà tu a chi te suonne...
'A gelusia turmenta stu core mio malato: Te suonne a me?...Dimméllo! O pure suonne a n'ato?
I' te vurría vasá... ............................
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TORNA A SURRIENTO - E. De Curtis - G. B. De Curtis |
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Vide 'o mare quant'è bello! spira tanta sentimento... Comme tu, a chi tiene mente, ca, scetato, 'o faje sunná!
Guarda guá' chisti ciardine, siente sié' sti sciure 'arancio... nu prufumo accussí fino, dint''o core se ne va...
E tu dice: "Io parto, addio!" T'alluntane da stu core... Da la terra de ll'ammore, tiene 'o core 'e nun turná?!
Ma nun mme lassá, nun darme stu turmiento... Torna a Surriento: famme campá!...
II
Vide 'o mare de Surriento che tesore tene 'nfunno: Chi ha girato tutt''o munno, nun ll'ha visto comm'a ccá!
Guarda, attuorno, sti Sirene ca te guardano 'ncantate e te vònno tantu bene: Te vulessero vasá!...
E tu dice: "Io parto, addio!" .............................
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NINI' TIRABUSCIO' - Califano - Gambardella |
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Chillu turzo 'e mio marito nun se pò cchiù suppurtá! Ll'aggi''a cósere 'o vestito: Mm'aggi''a mettere a cantá!
Tutto è pronto! Stó' aspettanno na scrittura p''a firmá: Nun appena che mm''a danno, vaco fore a debuttá!
Ho scelto un nome eccentrico: "Niní Tirabusciò" Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Addio mia bella Napoli, mai più ti rivedrò!... Oh! Oh! Oh! Perderai Tirabusciò!
II
Ne cunosco tante e tante ca nun só' cchiù meglio 'e me... e cu 'e llire e cu 'e brillante só' turnate da 'e tturné...
'A furtuna, s'è capito, 'ncopp''e ttavule se fa!... Ca fatiche e ghiétt''acito, che risorse puó' sperá?...
Aíz''a vesta, smuóvete! E' ll'epoca ch''o vvò'... Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Addio mia bella Napoli, mai più ti rivedrò!... Oh! Oh! Oh! Perderai Tirabusciò!
III
Pe' cantá nun serve 'a voce, è 'o partito ca nce vò'... po' 'e ccanzone miette 'ncroce ca faje "bisse" quante vuó'!
Dai il tuo cuore 'ncopp''a piazza ai più ricchi "abitué..." Vide po' si 'un fanno 'a mazza ll'ate artiste 'nnanze a te!
E' chesta 'a vera tattica 'e na sciantosa 'e mo... Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Oh! Addio mia bella Napoli, mai più ti rivedró!... Oh! Oh! Oh! Perderai Tirabusciò!
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'O SURDATO NNAMMURATO - Califano - Cannio |
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Staje luntana da stu core, a te volo cu 'o penziero: niente voglio e niente spero ca tenerte sempe a fianco a me! Si' sicura 'e chist'ammore comm'i' só' sicuro 'e te...
Oje vita, oje vita mia... oje core 'e chistu core... si' stata 'o primmo ammore... e 'o primmo e ll'ùrdemo sarraje pe' me!
II
Quanta notte nun te veco, nun te sento 'int'a sti bbracce, nun te vaso chesta faccia, nun t'astregno forte 'mbraccio a me?! Ma, scetánnome 'a sti suonne, mme faje chiagnere pe' te...
Oje vita....
III
Scrive sempe e sta' cuntenta: io nun penzo che a te sola... Nu penziero mme cunzola, ca tu pienze sulamente a me... 'A cchiù bella 'e tutt''e bbelle, nun è maje cchiù bella 'e te!
Oje vita....
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'O PAESE D''O SOLE - Bovio - D' Annibale |
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Ogge stó' tanto allero ca, quase quase, mme mettesse a chiagnere pe' 'sta felicitá... Ma è overo o nun è overo ca só' turnato a Napule? Ma è overo ca stó' ccá? 'O treno steva ancora 'int''a stazione quanno aggio 'ntiso 'e primme manduline...
Chist'è 'o paese d''o sole, chist'è 'o paese d''o mare, chist'è 'o paese addó' tutt''e pparole, só' doce o só' amare, só' sempe parole d'ammore!
II
'Sta casa piccerella, 'sta casarella mia 'ncoppo Pusilleco , luntano, chi t''a dá?... 'Sta casa puverella, tutt'addurosa 'anèpeta, se putarría pittá: 'A ccá nu ciardeniello sempe 'nfiore e de rimpetto 'o mare, sulo 'o mare!!!
Chist'è 'o paese d''o sole, .........................................
III
Tutto, tutto è destino... Comme putevo fá furtuna a ll'estero s'io voglio campá ccá? Mettite 'nfrisco 'o vino!... Tanto ne voglio vévere, ca mm'aggi''a 'mbriacá... Dint'a sti qquatto mure io stó' cuntento: mamma mme sta vicino e nénna canta:
Chist'è 'o paese d''o sole, .........................................
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DICITENCELLO VUJE - Fusco - Falvo |
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Dicitencello a 'sta cumpagna vosta ch'aggio perduto 'o suonno e 'a fantasia... ch''a penzo sempe, ch'è tutt''a vita mia... I' nce 'o vvulesse dicere, ma nun ce 'o ssaccio dí...
'A voglio bene... 'A voglio bene assaje! Dicitencello vuje ca nun mm''a scordo maje. E' na passione, cchiù forte 'e na catena, ca mme turmenta ll'anema... e nun mme fa campá!...
II
Dicitencello ch'è na rosa 'e maggio, ch'è assaje cchiù bella 'e na jurnata 'e sole... Da 'a vocca soja, cchiù fresca d''e vviole, i' giá vulesse sèntere ch'è 'nnammurata 'e me!
'A voglio bene... ..........................
III
Na lácrema lucente v'è caduta... dicíteme nu poco: a che penzate?! Cu st'uocchie doce, vuje sola mme guardate... Levámmoce 'sta maschera, dicimmo 'a veritá...
Te voglio bene... Te voglio bene assaje... Si' tu chesta catena ca nun se spezza maje! Suonno gentile, suspiro mio carnale... Te cerco comm'a ll'aria: Te voglio pe' campá!...
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SCALINATELLA - Bonagura - Cioffi |
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Scalinatèlla, longa longa longa longa Strettulélla strettulélla, addó' sta chella 'nnammuratèlla?
Nun spónta ancora... zuc zuc zuc zuc: zucculillo zucculillo, pe' 'sta viarèlla scarrupatèlla!
Addó' mme ne vogl'í, t''o ddico...e crídeme... addó' se ne pò ghí chi è stanco 'e chiágnere?!
Scalinatèlla saglie 'ncielo o scinne a mare cercammélla trovammélla, pòrtame a chella sciaguratèlla!
Chella s'è 'nnammurata 'e nu pittore ca pitta Capre e parla furastiero... e i' porto 'mpiétto nu dulore 'e core e sento che mm'accide stu penziero!
Scalinatèlla longa longa ecc.
A ghiuorne a ghiuorne parte nu vapore... A ghiuorne 'ammore mio se vótta a mare!
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LUNA ROSSA - Vian - De Crescenzo |
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Vaco distrattamente abbandunato... Ll'uocchie sott''o cappiello annascunnute, mane 'int''a sacca e bávero aizato... Vaco siscanno ê stelle ca só' asciute...
Fischio.........................
E 'a luna rossa mme parla 'e te, Io lle domando si aspiette a me, e mme risponne: "Si 'o vvuó' sapé, ccá nun ce sta nisciuna..." E i' chiammo 'o nomme pe' te vedé, ma, tutt''a gente ca parla 'e te, risponne: "E' tarde che vuó' sapé?! Ccá nun ce sta nisciuna!..."
Luna rossa, chi mme sarrá sincera? Luna rossa, se n'è ghiuta ll'ata sera senza mme vedé...
E io dico ancora ch'aspetta a me, for''o barcone stanott'ê ttre, e prega 'e Sante pe' mme vedé... Ma nun ce sta nisciuna...
II
Mille e cchiù appuntamente aggio tenuto... Tante e cchiù sigarette aggio appicciato... Tanta tazze 'e café mme só' bevuto... Mille vucchelle amare aggio vasato....
Fischio.........................
E 'a luna rossa mme parla 'e te, ...................................................
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MALAFEMMENA - Totò |
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Si avisse fatto a n'ato chello ch'hê fatto a me, st'ommo t'avesse acciso... e vuó' sapé pecché? Pecché 'ncopp'a 'sta terra, femmene comm'a te, nun ce hann''a stá pe' n'ommo onesto comm'a me...
Femmena, tu si' na malafemmena... a st'uocchie hê fatto chiagnere, lacreme 'e 'nfamitá...
Femmena, tu si' peggio 'e na vipera, mm'hê 'ntussecato ll'ánema, nun pòzzo cchiù campá...
Femmena, si' doce comm''o zzuccaro... peró 'sta faccia d'angelo, te serve pe' 'nganná!
Femmena, tu si' 'a cchiù bella femmena... te voglio bene e t'odio: nun te pòzzo scurdá...
II
Te voglio ancora bene, ma tu nun saje pecché... pecché ll'unico ammore si' stato tu pe' me!... E tu, pe' nu capriccio, tutto hê distrutto oje né'... Ma Dio nun t''o pperdona chello ch'hê fatto a me...
Femmena, .................
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GUAGLIONE - Nisa - Fanciulli |
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Staje sempe ccá, 'mpuntato ccá, 'mmiez'a 'sta via, nun mange cchiù nun duorme cchiù che pecundría! Gué piccerí' che vène a dí 'sta gelusia? Tu vuó' suffrí, tu vuó' murí, chi t''o ffá fá...
Curre 'mbraccio addu mammá, nun fá 'o scemo piccerí'... dille tutt''a veritá ca mammá te pò capí...
E passe e spasse sott'a stu barcone, ma tu si' guaglione... Tu nun canusce 'e ffemmene, si' ancora accussí giovane! Tu si' guaglione!... Che t'hê miso 'ncapa? va' a ghiucá 'o pallone... Che vònno dí sti llacreme?... Vatté', nun mme fá ridere!
Curre 'mbraccio addu mammá, nun fá 'o scemo piccerí'... Dille tutta 'a veritá ca mammá te pò capí...!
II
Nun 'e ppittá, nun 'allisciá sti mustacciélle... Nun cerca a te, nun só' pe' te chill'uocchie belle... Nun 'a penzá, va' a pazziá cu 'e guagliunciélle... Nun t'avvelí, c'è tiempo oje ni', pe' te 'nguajá!
Chi desidere 'e vasá, scordatélla, piccerí', ca si 'o ddiceno a papá, chisá comme va a ferní...
E passe e spasse sott'a stu barcone, .........................................................
Finale:
Staje sempe ccá, 'mpuntato ccá, 'mmiez'a 'sta via... Nun mange cchiù, nun duorme cchiù... chi t''o ffá fá!...
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RESTA CU ME! - Verde - Modugno |
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Ammore...Ammore...Ammore... Dimme tu che ll'aggi''a dí... dimme tu comm'aggi''a fá... stasera... dimane... p''a fá restá?!...
Resta cu me pe' caritá! Statte cu me... nun mme lassá! Famme pená, famme 'mpazzí, famme danná... ma dimme sí!...
Moro pe' te... vivo pe' te...
Vita d''a vita mia... nun mme 'mporta d''o ppassato, nun mme 'mporta 'e chi t'ha avuto...
resta cu me... cu me!... |
albicocche del vesuvio
E' un tipo di prodotto tipico del napoletano, in particolare, della zona vesuviana. Si conoscono circa settanta coltivazioni differenti dell'albicocca vesuviana: Pellecchiella, Boccuccia, Carpone, Cafona, ecc. Le albicocche vesuviane sono richieste per la produzione di confetture, succhi di frutta, marmellate, yogurt ma sono particolarmente gustose anche consumate fresche. La massiccia presenza di coltivazioni di albicocche sulle pendici del Vesuvio è dovuta alla mitezza del clima e alla naturale fertilità del suolo, particolarmente ricco di potassio, elemento indispensabile per lo sviluppo delle qualità organolettiche di questi frutti. |
baba' al rhum
Il Babà è da sempre il dolce più caratteristico della tradizionale arte pasticciera napoletana. La sofficità e la leggerezza di questo prodotto, si esaltano unite al gusto unico del Liquore di Limone delle due Costiere. Questo, conservato in modo sapiente semplicemente dall'alcool, è il dolce da tenere sempre in casa per tutte le occasioni, anche per la sua versatilità di utilizzo. Da servire con crema, gelato o panna. |
baba' in caffe' alla nocciola
Il classico Babà Napoletano grazie alla Ditta Iovine da oggi avrà un altro gusto. Oltre a gustarlo al rhum e al liquore di limone la Ditta Iovine propone il Babà al gusto in Crema di Caffè alla Nocciola. Il Babà in crema di Caffè alla Nocciola viene preparato secondo una ricetta realizzata dall'omonima Azienda. Questo prodotto va a rimpiazzare in modo veloce e semplice il dessert. Il caffè e la nocciola vengono fatti cuocere e mangiati dopo qualche giorno. |
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